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Abbazia Festival presenta il più antico documento con attestazione della Via Francigena
- 17 luglio 2018
- Posted by: Operatore Sito
- Category: conferenza patrimonio archivistico Senza categoria

La Compagnia di San Marco Papa organizza ad Abbadia San Salvatore un festival culturale (dal 21 al 29 luglio) per la valorizzazione della millenaria Abbazia che coinvolge l’importante fondo diplomatico di S. Salvatore del Monte Amiata conservato presso l’Archivio di Stato di Siena. Si apre, infatti, con una conferenza di Mario Ascheri e don Carlo Prezzolini sulla figura di Wilhelm Kurze, lo storico, autore del Codex diplomaticus amiatinus (Tubinga 1974) e viene presentato in collaborazione con l’Associazione Europea delle Vie Francigene un documento del 4 Maggio 876 che riporta la prima attestazione documentaria della Via Francigena. In una ordinata carolina di matrice libraria il notaio Ursus redigendo un contratto di livello tra Ostriberto, preposto dell’Abbazia in quegli anni, e Gisalprando, descrive una confinazione di un terreno nel villaggio di Callemala nell’alta valle del Paglia segnalando, così, l’importante via, parte di un fascio di itinerari dette anche vie Romee, che conduceva alle principali mete religiose cristiane dell’epoca medievale. Il documento, tra i più antichi conservati presso l’Archivio di Stato di Siena, appartiene al fondo diplomatico dell’antica abbazia cistercense di S. Salvatore di Monte Amiata, soppressa nel 1782 in periodo leopoldino. Al momento della soppressione il fondo diplomatico, oggi costituito di oltre 2700 pergamene (dal 736 al 1736), viene trasferito all’Archivio di Stato di Firenze e poi (1869) all’Archivio di Siena, competente per territorio, dopo l’istituzione di quest’ultimo. Di indiscusso valore documentale, il fondo di S. Salvatore riveste un’importanza eccezionale in quanto è l’unico fondo documentario altomedioevale della Toscana meridionale pervenuto pressoché integro. Oltre alla ricostruzione della storia dell’importante complesso abbaziale, è fondamentale per indagini sull’alfabetismo e sulla scrittura altomedievali anche in ambito privato, oltre che religioso e pubblico. La maggior parte delle scritture, infatti, è in originale. Presenta, inoltre, anche un interessante attestazione di tipologie documentarie, come nel caso del ‘breve’ utilizzato per aggiunte ed integrazioni a redazioni documentarie, talvolta in una pergamena autonoma, fino all’esito della postilla in volgare, privo di elementi di certificazione. Quella del breve è una tipologia scrittoria utilizzata dai monaci per varie forme di sperimentazione che supera il confine tra le scritture librarie e quelle documentarie, intese in senso più stretto con valore probatorio. Il territorio di provenienza è quello di Chiusi, ai margini del quale insisteva l’abbazia, e rispetto al quale il monastero aveva interessi economici e religiosi, dato che il patrimonio del monastero amiatino era relativamente compatto: accanto a un nucleo gravitante sull’abbazia, vi erano altri nuclei proprietari al massimo estesa tra la parte meridionale del territorio di Siena e di Arezzo, il lago Trasimeno, quello di Bolsena, la costa tirrenica maremmana.
Bibliografia di riferimento:
M. MARROCCHI, Monaci scrittori. San Salvatore al Monte Amiata tra Impero e Papato (secoli VIII-XIII), Reti medievali E-book 18, Firenze 2014; W. KURZE, Codex diplomaticus Amiatinus. Urkundenbuch der Abtei S. Salvatore am Monteamiata von den Anfangen bis zum Regierungs antritt Papst Innocenz III (736-1198), Tubingen 1974, voll. 4.