La divulgazione, quando è di qualità, ha sempre alle spalle la ricerca. E così il progetto Siena 2021 è scandito al suo interno in una componente di ricerca e in una componente divulgativa. I due ricercatori hanno lavorato sul materiale d’archivio partendo da alcune domande di base: cosa sappiamo finora del rapporto fra Dante e Siena? Tale rapporto si riduce semplicemente al problema del soggiorno del poeta in città o si estende ad altri aspetti meno evidenti?
Il frutto delle ricerche di Luongo e Mastrantonio è confluito in parte in articoli scientifici, in parte in attività di divulgazione: interventi all’interno di manifestazioni culturali, videoregistrazioni, interviste alla stampa locale. Segnaliamo qui tre interviste uscite per il quotidiano La Nazione (firmate da Riccardo Bruni); una video-intervista contenuta nella rubrica Il dottor Rieux della Gazzetta di Siena online (a firma di Emilio Mariotti); infine due brevi pillole dantesche realizzate all’interno del programma Siena mi fé, disfecemi Maremma, curato da Daniele Magrini per Radio Siena TV:
- Dante e Siena, dalla storia della Pia al Costituto (La Nazione, 30/01/2021);
- L’enigma della Pia cantata da Dante (La Nazione di Siena, 24/03/2021);
- Io son la Pia. Sì ma quale? Quel che Dante non dice (La Nazione di Grosseto, 24/03/2021);
- Il dottor Rieux (ep. 31): Siena e Dante (Gazzetta di Siena on line, 07/02/2021);
- D. Mastrantonio, La battaglia di Montaperti, in Siena mi fe’, disfecemi Maremma (ep. 5) (Radio Siena TV, 5-28 ottobre 2021) – dal minuto 14:30;
- A. Luongo, La gente vana, in Siena mi fe’, disfecemi Maremma (ep. 7) (Radio Siena TV, 7-11 novembre 2021) – dal minuto 29:00.
Il soggiorno di Dante a Siena, del tutto probabile, non è tuttavia confortato da alcun documento: sembra dunque destinato a rimanere un punto oscuro della biografia dantesca. Ciò che appare più interessante è invece esplorare le connessioni meno evidenti. Una di queste è il significato storico da attribuire ai tanti riferimenti a personaggi, luoghi, fatti senesi disseminati nell’Inferno e nel Purgatorio; a questo tema sono dedicati un video e un saggio di Alberto Luongo:
- A. Luongo, Siena e i ghibellini nella Commedia di Dante da Montaperti a Campaldino;
- A. Luongo, Siena e i Senesi nella Commedia dantesca: un secolo dopo, in L’universo di Dante. Documenti-incunaboli-cinquecentine-xilografie, Mostra documentaria e bibliografica in omaggio al VII centenario della morte del Sommo Poeta (Poppi-Siena-Serre di Rapolano, settembre-ottobre 2021), a cura di C. Cardinali, P. Tiezzi Maestri, Società Bibliografica Toscana, Montepulciano 2021, pp. 17-30.
Parallelamente, lo studio della più antica documentazione volgare senese conservata presso l’Archivio può fornire molti spunti sul rapporto tra Dante e Siena. Uno di questi riguarda il tema del decoro pubblico (e, per contrasto, del degrado), che sta molto a cuore ai legislatori senesi del medioevo e che contemporaneamente viene sfruttato da Dante per costruire l’ambientazione infernale. Questo tema è affrontato da Davide Mastrantonio nel seguente video:
Un punto centrale, che emerge sia dalle ricerche storiche sia da quelle linguistiche, è l’evoluzione del modo in cui gli studiosi hanno letto il rapporto fra Dante e Siena nel corso del tempo. Nell’Ottocento «Dante era uno dei simboli dell’italianità»; «sottolineare il più possibile le relazioni di una gloria come Dante con la propria città d’origine diventava un modo diffuso per conferire prestigio alla singola località nella vita culturale dell’Italia intera» (A. Luongo, Siena e i senesi nella Commedia dantesca: un secolo dopo, p. 20). Ecco che fino almeno al centenario del 1921 il problema delle prove documentarie non impensieriva più di tanto gli storici, e questo permetteva di dire con tutta sicurezza che Dante «ha assistito allo sviluppo edilizio della città […], ha veduto sorgere il palazzo pubblico […] ed è certamente passato sotto la bella porta gotica che conserva sull’arco il ricordo del giubileo di Bonifazio VIII»: sono parole di Pietro Rossi, storico del diritto e curatore del volume Dante e Siena, uscito per le celebrazioni del 1921 (cit. in A. Luongo, Siena e i senesi, p. 20).
Un episodio analogo riguarda Gargano Gargani, erudito locale della metà dell’Ottocento. Il Gargani, al momento di dare alle stampe una lettera commerciale in volgare senese del 1260, ha sottolineato enfaticamente il parallelismo l’autore della lettera, di cui conosciamo solo il nome di battesimo (cioè Vincenti), e Dante. Senza preoccuparsi del rischio di forzature storiche (anche in questo caso mancano le prove documentarie), il Gargani identifica questo Vincenti con un Vincenti d’Aldobrandino Vincenti che morì nel 1321: proprio lo stesso anno di Dante! La ricostruzione dell’episodio si trova nel saggio di Davide Mastrantonio dedicato ai primi documenti scritti in volgare senese: