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“La sboba”: pubblicazione del diario di prigionia di Giulio Prunai
- 9 aprile 2021
- Posted by: Operatore Sito
- Category: patrimonio archivistico Senza categoria

“La sboba”: pubblicazione del diario di prigionia di Giulio Prunai
Mille pagine di testo manoscritto per raccontare oltre settecento giorni trascorsi nei lager nazisti: il diario di Giulio Prunai è una delle testimonianze più estese e dettagliate mai rese da un prigioniero di guerra italiano. Dopo una lunga e accurata opera di trascrizione a cura della figlia Maria – a partire da una versione dattiloscritta preparata dallo stesso Prunai negli anni Settanta e conservata nell’Archivio di Stato di Siena (Manoscritti C 78-80) – il documento è stato finalmente pubblicato con il titolo La sboba (3 tomi per 1096 pagine complessive) dall’editrice fiorentina Polistampa in occasione del Giorno della Memoria.
L’opera, realizzata con il sostegno del Ministero per i beni culturali e per il turismo, della Fondazione CR di Firenze e della sezione fiorentina dell’ANEI (Associazione nazionale ex internati), è arricchita da un ampio commento dello storico Nicola Labanca, docente all’Università di Siena, tra i massimi studiosi italiani di storia militare. Il volume è introdotto da Cinzia Cardinali per l’Archivio di Stato di Siena.
Giulio Prunai (Siena 1906 – Firenze 2002), soprintendente archivistico per la Toscana dal 1954 al 1971, era tenente commissario della Regia Marina quando l’8 settembre 1943 fu catturato a Tolone, andando incontro alla deportazione dopo essersi rifiutato di aderire alla Repubblica di Salò. Sarà uno dei seicentomila Internati militari italiani che non aderì alle richieste del Reich nazista e della Repubblica sociale, scegliendo di rimanere nei Lager. Farà ritorno a casa soltanto alla fine della guerra, nel settembre 1945, dopo due anni di internamento dalla Francia alla Polonia, al confine con i Paesi Bassi, alla Germania, in ben sette Lager. Nel suo diario, scritto con mezzi di fortuna e mantenuto segreto per tutta la durata della prigionia, traccia un affresco quanto mai nitido e minuzioso della vita nei campi di concentramento: una storia giornaliera della fame, del freddo, del lavoro coatto, delle violenze, dei crimini di guerra e degli altri avvenimenti che costarono la vita a circa cinquantamila internati e segnarono per sempre tutti gli altri.
“Un testo straordinario”, spiega il professor Labanca, “praticamente unico nella letteratura concentrazionaria italiana, utilissimo e chiarificante su moltissime delle questioni oggi in discussione fra gli esperti”.
Maria Prunai, già dirigente di biblioteca nel Ministero per i Beni culturali, ha passato la sua vita in tre biblioteche storiche fiorentine: la Riccardiana, la Marucelliana e la Medicea Laurenziana. Appassionatasi alle vicende degli Internati militari italiani affinché non se ne perda memoria, fa parte del consiglio direttivo dell’ANEI fiorentina.
Nicola Labanca insegna Storia contemporanea all’Università di Siena, si occupa da tempo di storia militare e ha studiato a lungo la vicenda degli Internati militari italiani.