Pittori
print this pageLe tavolette di Biccherna costituiscono una fonte imprescindibile per lo studio della cultura figurativa senese, per la loro caratteristica di essere tutte datate e di fissare quindi precisi punti di riferimento nella cronologia degli artisti ai quali sono attribuite.
In particolar modo il gruppo di tavolette più antiche, che risale alla seconda metà del Duecento, tramanda il nome dell’autore annotato nei registri dei pagamenti e ne rappresenta una rara testimonianza biografica. E’ questo il caso di Gilio di Pietro (n.1), Dietisalvi di Speme (nn.2, 3, 4) e Guido di Graziano (nn.6, 7).
Se in alcuni casi si tratta di indiscutibili capolavori realizzati dagli stessi maestri protagonisti della pittura senese, i pezzi più modesti e di difficile attribuzione documentano in ogni caso l’evoluzione stilistica della scuola senese.
Tra le botteghe artistiche del Trecento alle quali sono state attribuite tavolette di Biccherna sono ricordate quelle di Guido Cinatti (nn.12, 13), Ambrogio Lorenzetti (n.16), Bartolomeo Bulgarini (n.17), Luca di Tommè (n.18) e Paolo di Giovanni Fei (n.20).
Per il Quattrocento si segnalano Giovanni di Paolo (nn.25, 26, 100), Sano di Pietro (nn.29, 31, 36, 37, 90, 92, 101), Lorenzo di Pietro detto il Vecchietta (n.32), Francesco di Giorgio Martini (n.34), Benvenuto di Giovanni (nn.35, 38), Neroccio di Bartolomeo di Benedetto de’ Landi (n.40), Guidoccio Cozzarelli (n.42), Matteo di Giovanni (nn.44, 45), Mariotto d’Andrea da Volterra (n.43).
Infine nel Cinquecento e Seicento la produzione di copertine dipinte si lega ai nomi di Giovanni di Lorenzo Cini (nn.49, 52), Domenico Beccafumi (n.56), Francesco Vanni (n.80), Arcangelo Salimbeni (nn.70, 71), Tiberio Billò (nn.65, 67), Ventura Salimbeni (n.81), Francesco Rustici detto il Rustichino (n.86).
Dal punto di vista della tecnica pittorica, tutte le Biccherne sono dipinte a tempera o a olio su legno; fanno eccezione le tavolette nn. 86 e 87 dipinte su tela e la n. 89 dipinta su cuoio.