L'Ospedale di Santa Maria della Scala

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Secondo una leggenda della fine del XIV secolo, la fondazione dell’Ospedale di Siena è attribuita ad un modesto calzolaio di nome Sorore, che alla fine del IX secolo avrebbe dato alloggio ai pellegrini in una casetta situata di fronte al Duomo, sul terreno di pertinenza della Canonica. La sua opera di carità, aiutata dalla protezione di pie persone e dei canonici, presto si sarebbe evoluta anche in centro di assistenza per gli infermi, dando vita ad un vero ospedale. Alcuni documenti attestano sia il contesto laico di fondazione dell’ospedale come semplice ospizio per pellegrini e la proprietà di pertinenza dei Canonici essendo l’edificio ubicato sul loro terreno, sia la veloce evoluzione del complesso con l’aggiunta di un ospedale e di un brefotrofio. Il nome “della Scala” derivò dal fatto che l’ospedale era posto davanti alla scalinata del Duomo e accanto ad esso fu costruita una chiesa di sua pertinenza che insieme ai locali dell’istituto si allargò fino ad occupare lo spazio antistante la facciata del Duomo. Il più antico statuto noto è del 1257 e fa riferimento alla gestione da parte di frati aventi un ordinamento semi-laico derivante dalla regola agostiniana. L’importanza dell’Ospedale di S.Maria della Scala va ben oltre gli aspetti etici e sociali, rappresentando per il Comune di Siena un valido strumento politico. Molto spesso infatti, per ottenere la sottomissione di qualche Comune o signore del Contado, risultava fondamentale la sua intercessione mediante l’acquisto di terre e case nel territorio desiderato, permettendo al Comune senese di imporre la propria giurisdizione attraverso la sua funzione di patrono dell’Ospedale. Il Rettore era scelto tra le persone più facoltose della città e godeva di grande prestigio, perché alla sua morte tutto il patrimonio era lasciato all’Ospedale che in tal modo accresceva di continuo le sue ricchezze. Nonostante le ingenti spese di gestione e di miglioramento dei locali, le entrate superavano ampiamente le uscite e l’istituto divenne prezioso serbatoio al quale il Comune attingeva per grandi prestiti garantiti dando in pegno territori e castelli che di fatto divenivano proprietà permanenti dell’Ospedale, non potendo il Comune rimborsare le somme ricevute. L’Ospedale diventò in breve tempo il primo proprietario terriero dello Stato; le sue tenute dette grance avevano l’estensione di interi Comuni che si sommavano alle numerose case di città e ai patrimoni degli ospedaletti nati come sue succursali nello Stato e nei paesi esteri. Le immense proprietà terriere acquisite, permisero di assolvere all’importantissima funzione di riserva granaria accumulata dal Comune per sopperire alle mancanze durante le carestie. Testimonianza della funzione di sostegno esercitata dall'Ospedale nei confronti degli istituti sottomessi e di tutti i bisognosi, sono i dipinti delle tavolette nn.96, 97, 98 che celebrano le distribuzioni dei generi di prima necessità quali grano, cera e denaro. Gli enormi capitali accumulati furono depauperati dalle gravi imposizioni che durante l’invasione francese colpirono anche gli istituti di beneficenza. Già nei tempi più antichi l’Ospedale aveva accolto nella sua sagrestia l’Archivio del Comune, dove si era accumulato il fondo diplomatico della Riformagioni poi mescolatosi a quello proprio dell’Ospedale. Di qui la commistione del patrimonio documentario, quando le carte del Comune passarono al neonato Archivio di Stato e parte delle pergamene delle Riformagioni rimasero unite a quelle dell’Ospedale giungendo all’Archivio di Stato soltanto nel 1870, quando l’Ospedale depositò il suo fondo diplomatico. Nel 1900 avvenne anche il deposito presso l’Archivio di Stato della parte restante del patrimonio archivistico dell’Ospedale. Oggi l’Ospedale di Santa Maria della Scala ha esaurito le proprie funzioni sanitarie ed è stato avviato il recupero dell’antico complesso nel progetto di valorizzazione dell’istituto che fino dalle origini ebbe per la città di Siena un ruolo fondamentale anche dal punto di vista culturale, ospitando capolavori dei più illustri artisti che furono chiamati a impreziosirne i locali.
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